S'imbastu

La sella sarda

La selleria nasce per soddisfare la richiesta di vari tipi di sella: sella inglese , sella sarda e sella mezzo reale. Negli anni ottanta realizzavamo per lo più selle inglesi, anche perchè a Santu Lussurgiu era quella la tipologia di sella che andava per la maggiore sopratutto nei giorni di festa. Ma è a partire dai primi anni novanta che ci siamo concentrati sulla produzione e innovazione della sella sarda.  S' imbastu, più conosciuto in Sardegna con il nome seddatzu  è la sella sarda per antonomasia, realizzata a mano utilizzando cuoio, legno, tela e paglia.

Prima sella utilizzata per montare a cavallo e allo stesso tempo per trasportare carichi di vario genere, s'imbastu negli anni ha cambiato forma e aspetto per adattarsi meglio alle esigenze dei cavalieri che ne richiedevano una forma più comoda e allo stesso tempo funzionale.

I materiali

L’arcione  in legno può essere di olivastro, leccio, roverella, sughera e perastro. Si raccolgono i rami freschi, curvati dalla natura, che vengono fatti stagionare nel magazzino della bottega per sette anni. Era consuetudine, in passato, che amici o compaesani ci portassero spontaneamente rami raccolti in campagna che, per la particolare curvatura e qualità del legno, li ritenevano adatti ad essere intagliati. Questa gentile attenzione dei nostri amici prosegue anche oggi.


È costituito dall’arco anteriore (arcu ‘e nanti) dalle barre laterali (costanas) e dall’arco posteriore (arcu ‘e segusu). Per sas costanas si preferisce il legno di castagno (pianta ampiamente diffusa nel territorio) per la sua resistenza e flessibilità.

Per rivestire la seduta si utilizzava la pelle cruda di un bovino (di solito di razza modicano-sarda), fissata con le sellerine (chiodi fini da sellaio), oggi si preferisce la pelle conciata che si adatta meglio a coprire l'imbottitura. Lungo sas costanas in prossimità dell’arco anteriore, vengono praticati due tagli della larghezza di alcuni centimetri per far passare gli staffili. Un altro sistema per attaccarli è tramite delle anelle in acciaio.


L’arco anteriore è avvolto da due piccole cinghie che aperte fanno da legacci per fissare oggetti o indumenti alla sella, mentre dalle estermita dello stesso partono due grosse tirelle alle quali si attacca su pettorale. Sia l’arco anteriore che quello posteriore prevedono una copia di fori, derivanti dal vecchio basto da lavoro, dove venivano fatte passare le corde. Nell’arco posteriore a due occhielli di metallo sono agganciati sos trinzilleris, sottili cinghie di cuoio utili per fissare alla sella le bisacce. Sulla faccia esterna della paletta invece è posta un’anella rettangolare, adagiata su un piccolo cuscinetto di pelle, dove passa la cinghia de sa latranga, il sottocoda.

Le parti terminali dei due archi si infilano nella bardella, il cuscino sagomato con il quale la sella poggia sulla schiena del cavallo. La bardella è realizzata in tela spessa di cotone con delle rifiniture anteriori e posteriori in cuoio. È imbottita in paglia, preferibilmente d'orzo, pressata e sagomata in modo da garantire un aderenza uniforme sul dorso dell’animale. Si usa la paglia perché è un materiale leggero, soffice e traspirante e sopratutto si asciuga in fretta dal sudore del cavallo.

Fatta su misura

S'imbastu lo costruiamo molto spesso su commissione. Può essere realizzato secondo le esigenze del cavallo o del cavaliere. Si possono decidere l’apertura dell’arcione, la lunghezza del seggio, l’altezza della paletta ma anche il colore del pellame, lo spessore e il materiale dell’imbottitura, la pelle del seggio, il rivestimento in pelle dell’arcione.

 

Come si usa

Viene fissato sulla schiena del cavallo tramite una robusta cinghia di cuoio, sa gringa, che avvolge completamente il torace dell’animale, passando sotto il ventre, nella scanalatura dietro i gomiti. Come ogni sottopancia, non ha alcun effetto sulla capacità respiratoria dell’animale, ma deve essere sistemata nel modo giusto per non causare fiaccature o limitare i suoi movimenti. Sa gringa passa sopra s'imbastu facendolo aderire al dorso del cavallo, ma alcuni modelli possono avere i riscontri sotto la bardella.
Per evitare che la sella scivoli in avanti quando il cavallo percorre delle discese, alla sua estremità posteriore viene allacciata sa latranga, il sottocoda, mentre per evitare spostamenti indietro durante la salite, la sella viene assicurata con l’ausilio de su pettorale.

Come già accennato la forma di questa sella si è modificata nel tempo per adattarsi ad esigenze di maggiore comodità. È cambiato sopratutto il profilo de sas costanas, originariamente quasi diritte, che ha assunto un sagoma più incavata in modo da facilitare la posizione delle gambe del cavaliere.

Una sella funzionale

Un’altra caratteristica de  s'imbastu è l’assenza dei quartieri. Questo consente di "sentire" il cavallo poiché le gambe poggiano direttamente sul suo costato. Cosa non da poco, dato che nella monta tradizionale sarda, una monta da lavoro, la cavalcatura si conduce prevalentemente con le gambe esercitando lo spostamento del peso del cavaliere sulla sella.

Per garantire una maggiore comodità molti pastori ancora oggi utilizzano sa pedde, una pelle di pecora grezza poggiata sul seggio che, grazie allo strato soffice della lana, consente una seduta molto comoda. Secondo la tradizione, questa pelle non viene fissata alla sella ma solo poggiata, sta nell’abilità del cavaliere non riuscire a farla cadere quando il cavallo trotta o galoppa.